domenica 2 luglio 2017

Q&A #1: Gli arabi e altre creature spaventose.

"Sono tuoi parenti?" Ovviamente. Qualunque arabo è mio parente. Durante le feste, invito tutto il mondo arabo. Ovvio.


"Ma vi lavate?" No, nel deserto non esiste l'acqua e poi siamo abituati alla puzza.


"Io non ce l'ho con voi ma-" Come si spegne l'udito?


"Dovreste tornare a casa vostra." Io sono a casa mia, dude, non ti ho chiesto di ospitarmi.


"Negra di merda." E tu sei acròmate, che ti devo dire.


"Voi musulmani-" Ripeti con me: Arabo≠Musulmano.


"Le moschee non le vogliamo, questo è un paese cristiano." Commovente ma questo è un paese laico e quindi togliamo anche le sinagoghe, le chiese, i templi e qualsiasi altro luogo di raduno di qualsiasi comunità con qualsiasi fede e credo. 


"Se andiamo noi però quelli ci ammazzano." MA CI SIETE GIÀ STATI E AVETE CREATO SOLO PROBLEMI CHE HANNO PORTATO AGLI ATTUALI PROBLEMI DI CUI VI LAMENTATE COSÌ TANTO. 


"Ma in Africa avete le case?" No, solo capanne. Da Tangeri a Capo verde. CAPANNE ONLY.



lunedì 10 aprile 2017

Aria (e altre sciocchezze)

Il suo respiro è diventato pesante. 

Cosa fare? Come fare? Scegliere è così difficile. Trovare soluzioni ancora di più.

Ma come si ottiene una soluzione se non si conosce davvero il problema? Esiste davvero un problema? O è solo un punto di vista diverso? Così tante domande, troppe. Affollano la sua testa e non lo fanno respirare. 

Quali sono queste domande? Le sente, sono lì ma non riesce ad esprimerle così come non riesce ad esprimere null'altro. Le parole risultano vuote, senza un senso, non abbastanza. Le parole sono inventate da altri, come possono esprimere ciò che lui prova? Non ci riescono, non possono riuscire. 

Potrebbe parlare per ore senza trovare un senso a quello che sta dicendo. C'è davvero bisogno di trovare senso ad ogni cosa?


L'essere umano è così miserabile.

Comincia a deperire nell'esatto momento in cui smette di essere un'idea. 

Perché esprimersi allora?

Il vuoto non piace a nessuno. 

Tu non piaci a nessuno. 


C'è così tanto caos nella sua testa. Un insieme ingarbugliato di scarabocchi e pensieri e idee e emozioni e sentimenti e immagini e colori e così tanto astratto e come si può dare un senso a tutto questo?


Tutte le persone si sentono così?
Molte scelgono di non vedere.


Respira a fondo, respira respira respira. Ripone tutto in una scatola ormai usurata, a malapena riesce a chiuderla. 

Respira, sorridi, cancella. 

Una nuova giornata sta per iniziare.


giovedì 16 febbraio 2017

Spettri, cenere, mozziconi.

Sei nel bel mezzo di una bellissima giornata. Stai ridendo per un qualcosa futile e stupido che non ricordi già più. Hai tra le mani una tazza di caffè dal buon profumo. Hai intorno persone che ti piacciono. 

Sei contento, la tua vita ti piace. Non hai troppo di cui lamentarti. Stai bene, ti senti bene.


Sei a letto con gli occhi aperti da tre ore. Perché non riesci a dormire? E' tardi, le luci sono spente, sei stanco. Perché non riesci a dormire? Sei stanco, sei stato fuori tutto il giorno e ti devi alzare presto perché hai una vita. Una vita che ti piace, in cui stai bene. Ti senti bene, sei solo stanco. Perché non riesci a dormire?

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La guardi e ti sembra di avere una completa sconosciuta davanti. Magari non sei in completa forma, pensi. E lei continua a parlare e tu vorresti solo che chiudesse la bocca e la smettesse di toccarti così tanto. Ti ha sempre toccato così tanto? Ti sale la nausea ad ogni parola gettata lì solo per dire qualcosa. Perché parla quando non ha nulla da dire? Vorresti scappare. Ma la ami e lei ti ama e state bene insieme. Siete una bella coppia, i tuoi genitori sono contenti, tu sei contento, va tutto bene. 
Pensare che fino ad ieri adoravi quando ti toccava.


Non stai davvero piangendo. E' solo un sogno. Davvero, stai sognando di piangere. Stai sognando di sognare. Stai piangendo perché sogni. 

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Vuoto.

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Il sangue è sempre stato così rosso?

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Ti alzi dal tavolo, ridi, stai bene. Stai bene. Stai bene. Stai bene, stai bene, stai bene. 
Hai capito? Stai bene.

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Twinkle twinkle little star.

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Stai fingendo di ridere e a nessuno interessa che tu stia fingendo.

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Teatro delle parole sconclusionate.

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Tremi sempre quando pensi?

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Il pensiero che le stelle siano così lontane ti spaventa.

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Stai ancora bene?

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Sei mai stato bene?

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E' notte e tu sei alla tua quindicesima sigaretta. E' strana la notte. Vorresti dormire (da qualche parte, hai ancora una vita) ma non ti dispiace così tanto stare sveglio. Pensi, produci qualcosa, fumi, pensi ancora. Scopri una nuova canzone, ti torna in mente un film, pensi. E' divertente finché non arriva il mal di testa.

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Mi dispiace.

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Tutti gli uomini sono nati per morire.

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Non sei triste, non sei malato, non sei strano. Ti trema una gamba e vorresti davvero fumare un'altra sigaretta.

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Dovrai morire anche tu.

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Sei umano, realizzi. Ti accendi una sigaretta.

mercoledì 15 febbraio 2017

Who cares?

Oh, avevo davvero scritto una seconda parte per "Come Amee ce l'ha fatta".

Non la pubblicherò mai.



*Sigla*




Ciao, piccoli scalmanati. Sono Amee e ho deciso di ritornare a scrivere qui, in questo angolo del disastro, perché una persona estremamente di merda mi ha detto che adora quello che scrivo.

So, Amee non ce l'ha fatta. Non ce la sta facendo manco per sbaglio ed è pure ubriaca la merda.

Ciao, sono Amee e sono un disastro. Arranco ogni giorno e cerco di arrivare vivo ad ogni notte. E non dormo e cerco di cavarmela in luogo che non è il mio, in una vita che non è la mia e probabilmente sto sbagliando la grammatica but who fucking cares?

Sono Amee e sono una falsa opportunista come ogni altro dannato essere umano su questa terra.

Respiramo? Bene, in automatico facciamo quello che ci fa stare meglio. In fucking automatico, siamo opportunisti. Respiriamo, siamo delle zecche.


Sono uno schifo di persona ma ehi, chi su questa terra non è una schifo di persona. In quanto esseri umani, non staremo mai bene con noi stessi. E' nella nostra stupida effervescente natura. Wow, ho appena usato la parola effervescente per descrivere l'umanità, sue me.

Sono Amee e non me la sto passando molto bene but I'm trying, I'm fucking trying e non ho idea del percome io stia switchando tra italiano e inglese but who fucking cares?

I don't care, you don't care. No one cares. This is like the best thing about people. They don't care.

Non voglio che qualcuno care about me. (Che cazzo ho appena scritto, oh my god.)

Non voglio qualcuno che mi faccia da balia. Non voglio qualcuno che mi faccia da padre. Non voglio un fratello maggiore.
Voglio qualcuno che mi faccia sentire vivo. Io e il resto della popolazione mondiale vogliamo solo questo. Vorrei dare uno scopo alla mia vita, la mia fragile umana, stupida, maledetta, mediocre, rozza, flebile, effervescente vita.

Io, tu povera anima, tutti quanti.

Vogliamo solo questo: sentirci vivi.

Non ho idea di cosa ho appena scritto, ciao addio ciao.



P.S. In tutto questo, rimango una bellissima persona, sappiatelo.

P.P.S. Sono simpatica, giuro.

sabato 27 febbraio 2016

Di come Amee ce l'ha fatta, più o meno. (Parte prima)

Sapete, la vita può essere un vero inferno.

Io non ho mai avuto una vita facile, per così dire. Fin da quando mi ricordo, ho sempre avuto veramente tanti problemi. 

A sei anni, sognavo di perdere mia madre. Lei camminava e io la chiamavo fino a stare male e correvo sempre più forte ma non riuscivo mai a raggiungerla. Era un sogno davvero brutto ma la realtà faceva ancora più schifo. 

Avevo otto anni quando ci siamo trasferiti in Italia e io ho dovuto abbandonare tutto per una realtà di cui non sapevo nulla. Ho sofferto questo cambiamento per anni. Ma andiamo per gradi. Da sempre, mi sono sentita fuori luogo. In ogni occasione, da qualsiasi parte. Stavo bene solo quando leggevo. 

Mi ricordo di quando mia madre mi trovava a leggere Harry Potter alle quattro del mattino. Mi ricordo le lunghe camminate sotto al sole (abitavamo molto fuori paese e per tornare dalla biblioteca, dovevo farmela a piedi) con La Camera dei Segreti stretto al petto. Mi ricordo le lunghe chiacchierate con i miei libri.
Sì, perché con loro io ci parlavo. Tanto e spesso e sentivo che riuscivano ad ascoltarmi e a capirmi meglio degli esseri umani.

Non sono mai stata capita molto dalle persone. La maggior parte mi prendeva in giro, alcuni mi guardavano con pietà e solo pochi (e molti anni dopo) hanno cercato di capire chi ero, sotto a tutta la follia.
Mi ricordo di quando mi sono accorta la prima volta che la mia famiglia aveva qualcosa di profondamente sbagliato.
Di quando ho capito che non avrei mai potuto vivere una vita così malsana. Quando un bambino comprende certe cose, smette di credere nella bellezza della vita. 

In tutto questo, ero sola. Completamente. 

Non avevo amici, né qualcuno pronto ad ascoltarmi. Non potevo contare sulla mia famiglia e la mia unica via di fuga era il mio mondo. Un mondo fatto di famiglie felici, amici, un grande amore. Tanti libri e divertimento.

Avevo i miei amici immaginari, presi da cartoni, libri e altre cose del genere. E ci stavo bene. Quando le cose diventavano troppo tutto, mi bastava rinchiudermi nel mio mondo e non pensarci più.

Non so perché sto raccontando tutte queste cose (in un modo piuttosto caotico) so solo che sento il bisogno di condividerne un po' con voi, per farvi riflettere su ciò che hanno dentro le persone. Sui problemi che potrebbero stare passando o su quelli che hanno dovuto affrontare. 

Siamo tutti pieni di maschere. Siamo tutti fatti di sorrisi tristi e lacrime versate in solitudine.
Abbiate cura di chi vi sta vicino, abbiate cura di chi amate.

Perché siamo tutti fragili, possiamo romperci con un non nulla e avere anche l'accortezza di non darlo a vedere.

Siate gentili, siate umani.

sabato 6 febbraio 2016

Sotto le coperte.

Ciao, piccoli errori della natura!

Sono Amee e questo è il blog dove pubblico i cazzi miei, così le persone tristi possono farsi due risate. Oggi dovevo andare ad un concerto ma l'agorafobia ha deciso di farmi rimanere in casa. Maledetta stronza. Perciò, eccomi qui ad aggiornare questo angolo buio di internet con le mie stronzate.

Anche questa settimana, ovviamente, non ho combinato un cazzo. Mi sono rimessa in pari con le serie TV e ho cercato di scrivere per più di due ore al giorno. Anche oggi si studia domani, insomma. 

Ho una mole di cose da fare immensa ma nessuna voglia di vivere. Dovreste vedermi: sembro uno zombie. Le infermiere mi prendono sempre in giro perché ho delle occhiaie da paura anche se dormo. Non credo che questa settimana metterò il naso fuori dal mio bel paesino. L'idea di prendere l'autobus mi mette troppa ansia. Potrebbe esplodere, oh. Che ne so io, l'autista potrebbe volersi suicidare. 
Il mondo fuori è troppo brutto e io non ho la forza di affrontarlo. Non al momento. 

E poi è bello stare in casa. Sono riuscita a leggere tre libri e guardare qualcosa come cinque serie TV diverse. Nessuno mi disturba, nessuno mi saluta. Non devo fare conversazione e posso stare vestita di merda e con i capelli in aria. Libertà.

Uno di questi giorni, faccio le pulizie di primavera alla villa e tiro fuori gli altri psicopatici: aspettatevi tanto delirio! 

Vi saluto e vi lascio con un consiglio.

Non siate come me!


P.S. I miei contatti in giro: ameeneko.tumblr.com/contacts

P.P.S. Guardatevi Shameless!

venerdì 22 gennaio 2016

Bene ma non benissimo.

Ho appena mangiato la pasta al tonno più buona della mia vita.


*Sigla*


Benvenuti e bentornati nel mio angolino, piccole stelline di zucchero filato. 

Sono Amee e sono lieta di annunciare il mio ritorno nel mondo della lettura accanita, dopo un anno e più di assenza. Ho ripreso anche a scrivere, in realtà, dopo un periodo in cui non avevo la forza di buttare giù neanche due righe. 
Sono un po' arrugginita, devo ammettere: ho provato a scrivere una fanfiction sugli amori della mia vita, i Malec, senza riuscire a produrre niente di abbastanza soddisfacente. Devo solo riprendermi dai mesi di letargo, credo... anche perché ho buttato giù la trama per un fantasy niente male e mi dispiacerebbe non scriverlo.